La
Fiorentina di via Bellini
La Fiorentina nasce
il 26 agosto 1926 dalla fusione
della Libertas e del Club Sportivo
Firenze, e il suo primo allenatore è Carlo
Capskay. La prima maglia sociale era a strisce bianche
e rosse dai colori delle due società che si erano
appena fuse e i primi passi vengono mossi sul campo di
via Bellini, che ha ospitato la Fiorentina fino al settembre
1931 quando fu inaugurato l’odierno stadio Franchi
(la partita era Fiorentina-Admira), opera dell’architetto
Pier Luigi Nervi.
La prima partita della sua
storia la Fiorentina la gioca contro il Signa
e la perde 2-1. La prima gara ufficiale, invece, è
datata 3 ottobre 1926, campionato di divisione nazionale,
ed è subito una vittoria, 3-1 contro il Pisa. Nei
primi anni della sua storia la Fiorentina fu presieduta
dal marchese Luigi Ridolfi, che riuscì a portare
la squadra nella serie A su girone unico al termine della
stagione 30/31, dopo due anni di cadetteria. Il 20 settembre
1931 la Fiorentina disputò la sua prima gara assoluta
in serie A pareggiando 1-1 a Milano contro i rossoneri,
con rete di Prendato. Al suo primo campionato di serie
A la Fiorentina si piazza al quarto posto, trascinata
dai gol (25) del suo centravanti dell’Uruguay campione
del mondo Pedro Petrone.
Il primo titolo: la Coppa Italia 1939/40
IL primo titolo della storia,
è la Coppa Italia conquistata nella stagione 1939/40.
Quell'anno, in campionato, la squadra viola vive una stagione
tribolata. Il cammino in coppa inizia nel giorno di Natale
del 1939, quando i viola vincono per 7-1 il Cavagnaro,
negli ottavi viene eliminato il Milan (1-1 a Milano, 5-0
a Firenze), nei quarti supera la Lazio (4-1 per i viola).
In semifinale la Fiorentina supera la Juventus per 3-0
e nell’epilogo finale (15 giugno 1940) i toscani
superano 1-0 il Genoa con rete di Celoria al 26°.
Il primo scudetto: 1955/56
Con l’inizio
degli anni Cinquanta la Fiorentina torna a far parte delle
grandi del calcio italiano dopo un periodo di risultati
non eccezionali. Una volta terza, una quarta e due volte
quinta tra il 1949/50 e il 1954/55: questi piazzamenti
fanno da preludio alla stagione 1955/56 in cui la Fiorentina
vince il suo primo scudetto. Nell’estate 1955 il
presidente Befani aveva completato un team già
competitivo acquistando la stella Julinho e la rivelazione
Montuori. Fin dalle prime partite la Fiorentina allenata
da Bernardini fa capire che è la più forte:
alla terza giornata passa da dominatrice sul campo della
Juventus con un 4-0 che non ammette discussioni. Alla
settima giornata aggancia l’Inter in vetta alla
classifica, all’ottava va in testa da sola e da
quel momento vi resta collezionando 33 risultati utili
consecutivi. I viola si arrendono solo all’ultima
giornata battuti 3-1 a Genova dai rossoblù. A cinque
giornate dalla fine la Fiorentina festeggia aritmeticamente
il titolo (6 maggio 1956, pareggio 1-1 a Trieste). Il
trascinatore della stagione fu Virgili autore di 21 gol.
1960-70: il decennio d’oro con il secondo
scudetto ed altri 4 titoli
Dopo la conquista
dello scudetto la Fiorentina arriva per quattro campionati
di seguito al secondo posto, e nel campionato 1958/59
chiude lastagione segnando 95 gol, record nella storia
del club e nei tornei su 18 squadre.
Nella stagione 1960/61 ad un campionato con molte ombre
e poche luci (settimo posto finale) fa da contrasto un
cammino eccezionale in coppa Italia ed in coppa delle
Coppe. Questa stagione passerà agli archivi come
una delle due in cui la Fiorentina ha vinto 2 titoli (l’altra
è il 1965/66). In Coppa Italia l’affermazione
arriva l’11 giugno 1961 battendo in finale la Lazio
per 2-0 con i gol di Petris e Milan, dopo aver eliminato
il Messina agli ottavi (2-0), la Roma ai quarti (6-4),
la Juventus in semifinale 3-1. In coppa delle Coppe la
Fiorentina supera prima gli svizzeri del Lucerna, (3-0
in Svizzera, 6-2 in Italia), gli jugoslavi della Dinamo
Zagabria (3-0 in Italia, sconfitta 1-2 in Jugoslavia);
in finale spazza via gli scozzesi del Rangers Glasgow
vincendo l’andata in Scozia (2-0, doppietta di Luigi
Milan, il 17 maggio 1961) e il ritorno a Firenze per 2-1
(gol di Hamrin e Milan) dieci giorni dopo. Nel 1963/64
Kurt Hamrin stabilisce un nuovo record per il campionato
italiano: nella gara Atalanta-Fiorentina 1-7 segna una
cinquina che costituisce il primato di reti segnate da
un singolo calciatore in un incontro esterno. Nel 1965/66
i viola si aggiudicano la terza coppa Italia battendo,
nella finale di Roma del 19 maggio, il Catanzaro con un
sofferto 2-1 dopo i tempi supplementari: aprì le
marcature Hamrin, pareggio di Marchioro e rete decisiva
su rigore di Bertini. Sempre nel 1966 i viola si aggiudicano
la Mitropa Cup battendo nella finale i ceki dello Jednota
Trencin: 1-0, con rete di Brugnera. Il decennio si chiude
con la vittoria del secondo scudetto nella stagione 1968/69,
sotto la guida tecnica di Bruno Pesaola e la presidenza
di Nello Baglini. La certezza aritmetica arriva l’11
maggio 1969 con il successo per 2-0 sul campo della Juventus,
grazie alle reti di Chiarugi e Maraschi. Anche in quel
campionato, come in quello del primo scudetto, la Fiorentina
perde una sola gara, il 3 novembre 1968, 3-1 dal Bologna.
Capocannoniere dell’anno dello scudetto fu Maraschi,
14 gol. I sempre presenti Superchi, Ferrante, De Sisti
e lo stesso Maraschi.
A Roma il 28
giugno 1975 i viola superano il favorito Milan per 3-2
al termine di una partita emozionante che vide i viola
in vantaggio con un rigore di Casarsa, il Milan pareggiare
con Bigon, Fiorentina di nuovo in vantaggio con Guerini,
pareggio di Chiarugi e rete decisiva di Rosi, entrato
da pochi minuti. I viola erano arrivati in finale dopo
aver vinto il girone eliminatorio comprendente Palermo,
Ternana, Foggia e Alessandria ed un girone finale con
Roma, Napoli e Torino.
Gli anni Ottanta
Gli anni Ottanta
sono caratterizzati dall’ascesa alla guida della
Fiorentina della famiglia Pontello, per
dieci anni proprietaria della società viola. Un
decennio che ha alternato alti e bassi, fino alla cessione
di Baggio e la conseguente vendita della società
alla famiglia Cecchi Gori. Nei primi
anni Ottanta, comunque, la Fiorentina vive un periodo
di relativo splendore tecnico con Giancarlo Antognoni
come storica bandiera, culminato con un secondo posto
nel 1982 (finale polemico con la Juventus) e un terzo
posto nel 1984. In particolare la stagione 1981/82 lasciò
molti strascichi: il campionato vide la Fiorentina laurearsi
campione d’inverno ed il testa-testa con i bianconeri
durò fino agli ultimi 90° quando, partendo
da una situazione di prime in classifica appaiate, le
due squadre ebbero risultati diversi nell’ultima
gara: la Juventus vinse 1-0 a Catanzaro con un rigore
trasformato da Brady a quindici minuti dalla fine, la
Fiorentina non andò oltre lo 0-0 a Cagliari con
un gol misteriosamente annullato a Graziani. Sembrava
che i Pontello potessero regalare a Firenze il suo terzo
scudetto, invece lentamente i problemi economici minarono
la solidità della squadra e della società,
che mise sul mercato tutti i suoi giocatori migliori:
Passarella, Massaro, Galli tanto per fare qualche nome.
Tra questi anche Roberto Baggio, ceduto alla Juventus
alla vigilia dei Mondiali del 1990 e subito dopo la finale
di coppa Uefa, persa appunto contro la Juventus (3-1 a
Torino e 0-0 in campo neutro ad Avellino). La cessione
di Baggio alla Juve scatenò la rabbiosa protesta
dei tifosi contro i Pontello, che un mese dopo cedettero
la società a Mario Cecchi Gori.
Arriva Mario Cecchi Gori, torna l’entusiasmo.
L’arrivo
di Mario Cecchi Gori in piazza
Savonarola riporta entusiasmo a Firenze. L’inizio
è in salita: la famiglia subentrata ai Pontello
deve giocoforza accettare Lazaroni come tecnico, le dolorose
partenze di Baggio e Di Chiara e deve provvedere a comporre
una rosa competitiva in pochi giorni. Il primo campionato
termina con un dodicesimo posto, così come il secondo,
durante il quale Radice era subentrato a Lazaroni e dall’Argentina
era arrivato Gabriel Batistuta, autore di 13 reti nel
suo primo campionato italiano. La terza stagione è
quella dei grandi acquisti. Arrivano Laudrup e Effenberg
e giocatori di grande esperienza come Di Mauro. Alla presentazione
della nuova squadra piazza Santa Croce è stracolma
di gente. C’è grande euforia, il mercato
ha fatto schizzare gli abbonamenti ma a fine stagione
la Fiorentina retrocede in serie B, dopo aver cambiato
tre allenatori da Radice ad Agroppi al duo Chiarugi-Antognoni.
Dopo il tonfo la guida tecnica della squadra è
affidata a Claudio Ranieri che centra subito il ritorno
in serie A, ma la gioia della promozione viene mitigata
dalla scomparsa (5 novembre 1993) di Mario Cecchi Gori.
Ai suoi funerali, celebrati in Santa Croce, partecipa
tutta la città. Dal 1994/95, sotto la guida tecnica
di Ranieri, e la presidenza affidata a Vittorio Cecchi
Gori, la Fiorentina si piazza decima (con Batistuta che,
segnando 13 gol nelle prime undici giornate, batte il
record di marcature consecutive detenuto da Pascutti del
Bologna), terza nel 1995/96, decima nel 1996/97. Il tecnico
romano riporta un titolo a Firenze dopo 21 anni: il 18
maggio 1996 la Fiorentina vince 2-0 a Bergamo contro l’Atalanta,
bissando il successo per 1-0 nella finale di andata, e
vince la sua quinta coppa Italia: la squadra viene accolta
allo stadio, gremito da 40.000 persone, alle 4 del mattino.
Tre mesi dopo i viola espugnano San Siro (2-1) e vincono
la Supercoppa di Lega battendo il Milan con una doppietta
di Batistuta. La Fiorentina è stata la prima squadra
vincitrice della coppa Italia ad aggiudicarsi questo torneo.
Nell’estate 1997 Ranieri non viene confermato e
sulla panchina viola arriva l’esordiente Alberto
Malesani, che al suo primo campionato in serie A porta
la Fiorentina al quinto posto, conquistando nuovamente
un posto nelle coppe europee. Cecchi Gori va a caccia
di nuovi successi e ingaggia Trapattoni - siamo all’estate
1998 - che alla sua prima stagione sulla panchina della
Fiorentina conquista il terzo posto in campionato, dopo
essere stato a lungo in testa alla classifica, riportando
comunque i viola in Champions League dopo trent’anni.
L’infortunio a Batistuta ed i capricci di Edmundo
minano la solidità del gruppo, facendo sfumare
il sogno tricolore. Nel 1999/00 il campionato va meno
bene: i gigliati chiudono al settimo posto centrando nuovamente
una qualificazione Uefa dopo lungo inseguimento all’Udinese;
le soddisfazioni arrivano dalla Champions League, dove
i viola superano i preliminari, il girone di prima fase
e si arrendono ad un passo dai quarti, dopo aver comunque
sconfitto in casa squadre come Valencia e Manchester United
ed aver espugnato Londra, sponda Arsenal. E’ l’
ultima luce in casa viola: a maggio 2000 salutano Trapattoni
e Batistuta, quest’ ultimo diventato
nel frattempo cannoniere viola di tutti i tempi in serie
A, con 152 marcature.
Il fallimento della società
La Fiorentina
2000/01 riparte dall’istrionico tecnico turco Fatih
Terim. Il gioco c’è, la presunzione non manca,
i risultati un po’ meno: in coppa Uefa è
subito eliminazione ad opera dei modesti austriaci del
Tyrol, il campionato oscilla tra un 4-0 inflitto al Milan
e i rocamboleschi risultati interni con Bari e Perugia.
L’avventura di Terim termina a febbraio: se ne va
anche Antognoni, la società, che nel frattempo
ha in Mario Sconcerti un nuovo dirigente, fa fuoco e fiamme
per far diventare allenatore Roberto Mancini: l’ex
sampdoriano, ingaggiato tra mille deroghe, porta ad un
tranquillo centroclassifica la squadra, vincendo la coppa
Italia contro il Parma: è il 13 giugno 2001. Lo
stesso giorno la Covisoc fa il suo ingresso in Fiorentina
e certifica il crack finanziario della società
di Cecchi Gori. La stagione 2001/02, affrontata senza
Toldo e Rui Costa, nel frattempo partiti alla volta di
Milano, è un calvario: si parla solo di tribunali
e bilanci, il campo passa nel dimenticatoio ed a fine
girone d’andata la squadra è praticamente
retrocessa in serie B. A nulla vale il cambio tecnico,
da Mancini a Chiarugi e poi a Bianchi. La Fiorentina fallisce
nel luglio 2002, con la squadra in ritiro agli ordini
di Eugenio Fascetti, allenatore per pochi giorni.
L’era Della Valle. La Fiorentina torna
in serie A
La nuova Fiorentina
nasce il 3 agosto 2002, all’indomani della mancata
iscrizione al campionato di serie B della A.C. Fiorentina
1926, societˆ il cui palmares è stato successivamente
ricomprato dalla nuova proprietà. E’ stato
un colpo, tipico dei grandi imprenditori, quello messo
a segno da Diego Della Valle, che ha presentato i requisiti
richiesti al sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, ed
ha concluso in breve tempo l’affare, bruciando sul
tempo altre importanti offerte d’acquisto ed entrando
subito nel cuore della tifoseria viola, che, per assistere
ad un campionato di serie C-2, ha sottoscritto quasi 20.000
abbonamenti. La squadra è stata completamente ricostruita
da zero e, dopo un prevedibile inizio in salita, culminato
con l’esonero dalla guida tecnica di Pietro Vierchowod
(29 ottobre, all’indomani del k.o. di Grosseto),
la nuova Fiorentina ha cominciato a marciare verso quello
che era l’obiettivo dichiarato: tornare in tre anni
in serie A. L’arrivo di Alberto Cavasin ed un consistente
ritorno sul mercato in gennaio ha permesso alla squadra
fiorentina di girare al primo posto, alla pari del Rimini,
il girone d’andata. Il 24 febbraio la vittoria nel
posticipo sul campo del Rimini (2-0) ha consacrato la
promozione in C-1 dei viola, che è aritmeticamente
arrivata soltanto il 27 aprile, in uno stadio Franchi
tutto esaurito e colorato di viola, con un netto successo
per 3-0 sul Savona. Chiuso il campionato, Diego Della
Valle ha fatto un altro regalo alla tifoseria viola: il
15 maggio si è aggiudicato l’asta fallimentare
del marchio della vecchia A.C. Fiorentina, depositando
due milioni e mezzo di euro. Con la squadra che si preparava
all’esordio in coppa Italia di serie C, e dunque
al campionato di C-1, il 20 agosto 2003 avviene un colpo
di scena: in un’estate funestata da ricorsi al Tar
e decisioni di tribunali civili e penali, il calcio italiano
subisce un vero e proprio terremoto, con l’allargamento
della serie B da 20 a 24 squadre: vengono ripescate le
retrocesse Catania, Genoa e Salernitana e, come ventiquattresima,
stante la mancata iscrizione del Cosenza, arriva la Fiorentina,
per meriti sportivi e bacino d’utenza. La società
si trova ad organizzare in fretta e furia il campionato
di serie B, la cui partenza slitta comunque all’11
settembre: l’esordio vede i viola pareggiare in
casa per 1-1 contro la Triestina. Al mercato di gennaio
la squadra viene rivoluzionata, grazie al certosino lavoro
di Fabrizio Lucchesi, nel frattempo divenuto responsabile
organizzativo, e di Giovanni Galli: la squadra inizia
bene il mese di gennaio, ma ben presto ricade negli stessi
errori della prima parte del torneo: si cambia allenatore,
via Cavasin, ecco Mondonico, è il 10 febbraio 2004.
Il tecnico di Rivolta d’ Adda compie un capolavoro:
con oltre due punti di media a partita e guida i viola
alla sesta posizione finale, quella che dà diritto
allo spareggio contro il Perugia di Cosmi, quart’ultimo
classificato in serie A: i viola vincono 1-0 al Curi con
rete di Fantini in contropiede, pareggiano, soffrendo
nei minuti finali, il ritorno per 1-1. E’ fatta:
il Franchi gremito in ogni ordine di posti ed imbandierato
come non si vedeva da anni fa festa.
La
Fiorentina è tornata a casa, in serie A.
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